FREQUENZA CARDIACA: NON FARE QUESTI ERRORI !
Gli errori tipici nell’utilizzo della frequenza cardiaca nella corsa
Nell’allenamento della corsa la frequenza cardiaca è tra i migliori parametri per la valutazione del carico interno. Nell’utilizzo della frequenza cardiaca per la corsa è quindi necessario non commettere alcuni errori, tipici purtroppo nel running amatoriale, che portano a valutazioni errate sulla propria condizione fisica e sulle sedute di allenamento.
L’impostazione della frequenza cardiaca massima – 1° errore
La frequenza cardiaca massima a volte non viene proprio impostata, lasciandolo fare in automatico agli sportwatch. Altre volte, per quanto sia un’errore più piccolo, ci si ferma alle formule classiche della letteratura scientifica (es. 220-età), senza verificare che il valore calcolato sia effettivamente corretto.
La determinazione della frequenza cardiaca massima avviene tramite test in laboratorio o da campo massimali, che bisogna effettuare in condizione di salute e con certificato medico valido, perché ogni volta che si lavora ad alta intensità non si può non farlo in totale sicurezza. Anche dai test da campo il valore potrebbe non essere preciso, ma la stima è già un ottimo dato su cui lavorare e che nel tempo si può verificare con i vari allenamenti e gare.
Confrontare la propria frequenza cardiaca con quella degli altri – 2° errore
Dal primo errore, la determinazione della frequenza cardiaca massima, nascono altri errori. Uno di questi è confrontare la propria frequenza cardiaca con quella degli amici. Troppe volte si sente dire “hai una frequenza cardiaca troppo alta”, basando questa definizione sul nulla cosmico. La frequenza cardiaca deve essere confrontata con i propri massimali e semmai la propria frequenza cardiaca a riposo e alla soglia. Non ci sono valori assoluti di frequenza cardiaca da seguire, ma percentuali e zone di lavoro assolutamente personali.
Non utilizzare la frequenza cardiaca per l’allenamento – 3° errore
La frequenza cardiaca è quindi un indicatore del carico interno. Si può utilizzare la frequenza cardiaca come parametro di riferimento per gli allenamenti oppure come valutazione della seduta a consuntivo (sulla seduta o meglio sul periodo), ma non si può non considerare la frequenza cardiaca. Capita che a volte i runner non tengano conto della FC, perché la ritengono non affidabile, o perché influenzata da parametri esterni o perché “si impenna” (deriva cardiaca) durante l’allenamento. In realtà nella valutazione della frequenza cardiaca come misura dell’allenamento va fatta certo una contestualizzazione, ma evitare di non considerarla perché indica valori che non ci soddisfano, non è certo il modo migliore per allenarsi.
Non utilizzare la fascia cardiaca – 4° errore
Sebbene le rilevazioni al polso sono sempre più affidabili, la precisione della fascia cardiaca non è ancora raggiunta, quindi utilizzare la fascia, almeno negli allenamenti più importanti e significati, sarebbe sempre un’ottima abitudine.
Non sfruttare la rilevazione della frequenza cardiaca a riposo – 5° errore
Monitorare la frequenza cardiaca a riposo è una buona abitudine per osservare i progressi dell’allenamento, della condizione fisica ed eventualmente una spia di un recupero non completo o della rilevazione di un aumento eccessivo del carico dell’allenamento. Non è complicato averlo come dato, perché non sfruttarlo? Gli sportwatch vi forniscono il valore, ma potete anche fare voi una rilevazione, al risveglio, per alcuni giorni successivi e ricavare il dato medio.
Cose da fare e non fare con la frequenza cardiaca
In questo video, uno dei più di 300 video che trovare sul canale Runner 451 di YouTube ho riassunto altre cose da fare e non fare con la frequenza cardiaca. Ti consiglio di guardarlo per avere tutte le informazioni per allenarti bene con la frequenza cardiaca.
Simone Cellini
Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico
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