Perché correre piano ti rende più forte

correre in zona 2 ti rende più forte

Correre piano ti rende più veloce

In un mondo dominato dalla ricerca costante di prestazioni immediate e risultati rapidi, il concetto di correre piano per diventare più veloce può sembrare controintuitivo. Tuttavia, questa tecnica, profondamente radicata nelle pratiche di allenamento di elite di atleti di resistenza, si basa su solide fondamenta scientifiche e su prove empiriche. In questo articolo, esploreremo in dettaglio perché diminuire il ritmo può effettivamente essere la chiave per migliorare la tua velocità e efficienza nella corsa a lungo termine.

La Scienza dietro la Corsa a Basso Ritmo

Allenarsi a bassa intensità, o “correre piano”, significa impegnarsi in attività fisica mantenendo la frequenza cardiaca in una zona specifica, generalmente riconosciuta come Zona 2. Questa zona corrisponde a un livello di sforzo in cui puoi mantenere una conversazione senza affanno. Sebbene possa sembrare facile o meno produttivo rispetto agli allenamenti ad alta intensità, i benefici fisiologici di questo tipo di allenamento sono notevoli e ben documentati.

Effetti Cardiaci

Uno dei primi effetti di un allenamento prolungato in Zona 2 è il rafforzamento delle pareti cardiache. In particolare, il ventricolo sinistro del cuore migliora la sua capacità di contrarsi e rilassarsi efficacemente. Questo aumento della capacità cardiaca permette di pompare più sangue per ogni battito, arricchendo il flusso sanguigno di ossigeno essenziale per i muscoli durante l’attività fisica. Di conseguenza, più ossigeno raggiunge i muscoli, migliorando la tua resistenza e capacità di sostenere la corsa per periodi più lunghi.

Miglioramento della Capillarizzazione

Il lavoro a bassa intensità stimola anche l’aumento dei capillari, le piccole arterie che trasportano ossigeno e nutrienti ai muscoli. Questo fenomeno, noto come capillarizzazione, amplifica la rete di distribuzione del sangue nei muscoli, permettendo un più efficiente trasporto dell’ossigeno e una più rapida rimozione delle scorie metaboliche come il lattato.

Biogenesi Mitocondriale

Uno degli aspetti più interessanti dell’allenamento in Zona 2 è la biogenesi mitocondriale—il processo attraverso cui le cellule muscolari sviluppano nuovi mitocondri. I mitocondri sono considerati le “centrali energetiche” delle cellule e giocano un ruolo cruciale nella produzione di energia attraverso il metabolismo aerobico. Più mitocondri significa una maggiore capacità di utilizzare l’ossigeno per generare energia, il che è fondamentale per performance di endurance.

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Adattamento delle Fibre Muscolari

Correre a bassa intensità influisce anche sul tipo di fibre muscolari predominanti nel corpo. Promuove l’aumento delle fibre di tipo I, o “fibre rosse”, che sono altamente resistente e perfette per le attività di endurance come la corsa di lunga distanza. Queste fibre utilizzano l’ossigeno per produrre energia in modo più efficace e sono meno propense a stancarsi rapidamente.

Metabolismo di Grassi e Zuccheri

Infine, l’allenamento regolare in Zona 2 ottimizza l’uso dei grassi come principale fonte di carburante. Questo non solo migliora l’efficienza energetica generale, ma aiuta anche a preservare le scorte di glicogeno muscolare, che possono essere utilizzate in fasi cruciali di una gara o in sprint finali.

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Correre a media ed alta intensità non serve?

Al contrario serve eccome. Il problema è che si è convinti che per migliorare siano importanti solo gli allenamenti a media ed alta intensità, questo porta a trascurare i lavori più lenti o a fare i lenti più veloci, seguendo il mantra “no pain, no gain”. La fatica serve, va conosciuta, sperimentata, affrontata. Fa parte del gioco, ma questo non significa che bisogna far fatica ad ogni allenamento.

La bassa intensità ha impatto anche su soglia e Vo2Max, ma ovviamente è il giusto equilibrio tra tutte le intensità a dare i risultati migliori: inserire i lavori impegnativi è importante, ricordando che la bassa intensità serve e serve tanto.

Un Approccio Pratico

Sebbene quanto detto finora possa dare un’idea chiara dei benefici di questa tecnica di allenamento, il video che troverai in questo articolo spiega con precisione scientifica e con esempi pratici come implementare questi concetti nella tua routine di allenamento. Aspettati di vedere dimostrazioni dettagliate e consigli pratici per trasformare la tua corsa, ottimizzando la tua prestazione generale e la salute.

Ogni aspetto trattato nel video non solo complementa ciò che abbiamo discusso, ma lo approfondisce, mostrando come la teoria si trasformi in pratica. Dal miglioramento delle tue tecniche di respirazione all’integrazione di esercizi specifici per aumentare la capillarizzazione e la biogenesi mitocondriale, il contenuto visivo fornisce una risorsa inestimabile per chiunque voglia migliorare la propria tecnica di corsa e la propria salute cardiovascolare.

L’importanza della zona 2

Correre piano per diventare più veloce non è solo una frase fatta, ma una metodologia di allenamento supportata da anni di ricerca. Implementando correttamente gli allenamenti in Zona 2, puoi aspettarti miglioramenti significativi non solo nella tua velocità, ma anche nella tua resistenza e salute generale. Guarda il video per una guida completa e inizia il tuo percorso verso una corsa più efficiente e produttiva.

Ricorda, l’evoluzione nella corsa non avviene da un giorno all’altro. Richiede dedizione, pazienza e soprattutto, la giusta guida scientifica. Iscriviti, lascia un like e continua a seguirci per non perdere ulteriori approfondimenti che possono trasformare il tuo modo di correre.

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

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