LA PRIMA GARA DOPO CHE SARÀ FINITO TUTTO
Un respiro lungo tutta una gara
Un racconto in un momento difficile, per guardare avanti con speranza. Potete leggerlo oppure in fondo trovate l’audio, se volete ascoltarlo.
Ci sarà un tempo in cui sarà finito tutto. Saremo segnati, non c’è dubbio. Non saremo gli stessi, è banale. Non siamo stati più gli stessi dopo l’attentato alle Torri Gemelle, che ha cambiato i nostri comportamenti e dato un colpo ben assestato alla nostra fiducia nel prossimo, per quanto, come racconta bene il film “Love Actually” le persone che stavano morendo dedicarono gli ultimi momenti alle persone che amavano, chiamando e lasciando messaggi.
Saremo comunque fuori dal tunnel e non del divertimento (cit.). Ora ci siamo dentro, un tunnel di quelli che sai che hanno l’uscita, ma non sai quando ci sarà. Come quando entri in galleria in treno, non puoi vedere la lunghezza del passaggio e le luci della carrozza sono deboli. L’unica cosa che puoi fare è aspettare e iniziare a sognare cosa ci sarà all’uscita. Nei momenti di difficoltà bisogna prendere atto della situazione, ma non rinunciare a pensare a che dopo sarà meglio.
E allora pensiamo a come sarà il giorno in cui si potrà di nuovo gareggiare, non perché sia importante farlo, ma perché significherà che tutto è passato, che si potrà festeggiare, festeggiare di essere tornati alla normalità.
La notte prima non conterà quante gare abbiamo fatto nella nostra vita, sarà di nuovo come una prima volta. Non dormire sarà normale, guardare cento volte l’orologio sul comodino sarà la regola, intesirsi perché i minuti non passano mai sarà comune a tutti. La sveglia, eccola. Ognuno recupererà i riti pre gara, la colazione in un certo modo, la bocca secca, le mani sudate, dimenticarsi qualcosa nel borsone. Chi si chiede fino all’ultimo che scarpe usare, chi recupera la maglia porta fortuna, chi aspetta l’amico sempre in ritardo.
Non so quanti saremo, non so chi avrà ancora il segno della paura nonostante sia passato tutto, sicuro si sentirà odore di Amuchina nell’aria, che sostituirà l’antico odore di canfora. Per anni.
Ci guarderemo attorno il più possibile e ci renderemo conto di quanto tutti aspettavano questo momento, tutti. Da quello con i calzettoni lunghi di spugna e il Walkman Sony con la cassetta degli Europe, al minimalista pantaloncino micro e canotta, a quello o quella super trendy. Rideremo e forse ci commuoveremo quando sentiremo di nuovo la cantilena :<< ma non sono in forma, ho un dolorino qua, mi hanno tolto la rotula ecc…>> e chissà per quanto tempo si userà il periodo del Corona Virus per giustificare la mancanza di forma senza accettare che siamo delle irrecuperabili pippe. Chissà. Ma anche questo sarà bellissimo, perchè poterlo fare significherà che avremo recuperato la nostra normalità.
Mi piace pensare che prima della partenza ci sarà un minuto di raccoglimento, per chi non c’è più, ma anche per chi c’è ancora, per ricordarci quanto siamo fragili, ma anche quanto siamo forti, l’essere umano, una creatura così imperfetta, così capace di autodistruggersi e dopo risollevarsi sempre all’ultimo, come il più bel classico colpo di scena da film.
Pronti, Partenza, Via…
Un respiro lungo tutta una gara
La partenza sarà in apnea, non so quanti metri prima di prendere il secondo respiro. Forse mai, fino alla fine, per godersela tutta. Il classico errore, il più comune tra i runner, quello di partire troppo forte, questa volta sarà un rito di esorcizzazione, sarà togliersi un peso di un milione di chili di dosso.
Chi occhio al tempo, chi occhio all’amico o amica, chi piano piano mi godo tutto il percorso, chi si ferma al ristoro, si guarda intorno e non gli sembra vero. Chi non vedo l’ora di arrivare, ma anche spero non finisca mai.
Ecco ci siamo, il traguardo, sono mesi che sogno come tagliarlo: braccia al cielo, oppure mi fermo e mi inginocchio. Chi prendo mia figlia e la porto in braccio con me, chi tira fuori la bandiera, chi fa l’aeroplano e ci scommetto, chi chiede alla fidanzata di sposarlo. In ogni caso coloreremo l’arrivo, che mai come stavolta sarà un nuovo punto di partenza.
E ora se vuoi ascolta il racconto, metti le cuffie, chiudi gli occhi e immagina la tua prima gara quando sarà finito tutto
Simone
Runner 451
#Runnerconsapevoliefelici
Simone Cellini
Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico
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