E SE IL NOSTRO OBIETTIVO NON FOSSERO LE GARE
Allenarsi senza obiettivi
Allenarsi senza obiettivi e in questa fase con pochi spazi e senza un orizzonte temporale è complicato. La motivazione è ciò che muove le cose. Come in un processo il colpevole deve avere un movente, il runner per allenarsi sente di voler avere un obiettivo. E se non fosse per forza così ?
Sia chiaro appena ci sarà una gara da correre sarò già iscritto, al di là della scarsa preparazione o meno. E sia ben chiaro prepararsi per raggiungere un traguardo in un certo tempo o perché lontano un numero di km è e resta una grande motivazione.
Ma quando abbiamo iniziato a correre era così? Ci ricordiamo la prima volta che abbiamo messo le scarpette perché lo abbiamo fatto? Probabilmente non sapevamo nemmeno che esistessero le gare e chiamavamo Maratona qualsiasi gara di paese.
Proviamo a ricordare quale era stato il primo motivo che ci ha portati a correre. Quale era stato il primo motivo che ci aveva fatto scegliere lo sport al divano. Un bel respiro, cerchiamolo nei cassetti della memoria e proviamo a riportarlo in primo piano. Fissiamolo nella nostra mente e teniamolo lì un attimo in stand by.
Obiettivo reale e obiettivo indotto
Avete presente quando qualcuno che non corre vi chiede, appena appreso che siete un runner, se avete mai corso la Maratona di New York? Un classico. Come un classico è la sua delusione quando voi dite di non aver corso nella Grande Mela, ma magari avete corso più volte la Maratona, cercando di spiegargli che una Maratona è sempre di 42,195 km in ogni città del mondo. Probabilmente questo fattore induce molti (non tutti, vi sento che state dicendo “no a me no” ) a convincersi che un vostro obiettivo sia la Maratona di New York.
Ecco quando abbiamo iniziato a correre il nostro obiettivo reale non era un calendario gare, ma era altro. Gli obiettivi variano, ma spesso sono indotti. Ci convinciamo di qualcosa che forse non è la nostra prima ambizione, quella reale. Gli obiettivi di molti diventano di tutti, un po’ per senso di appartenenza ad un gruppo, dove avere gli stessi obiettivi ci fa sentire come gli altri, un po’ perché ci convinciamo che sia così.
L’obiettivo indotto diventa reale, ma spesso porta ansia, non ci fa stare bene, perché non è pienamente nostro. Per seguire l’obiettivo reale ci vuole coraggio, perché a volte è una scelta meno condivisa. Correre senza fare gare o anche al contrario preparare gare che non sembrano alla portata, ma che emozionano.
La realtà è come è
Veniamo ad oggi. Alla situazione del Corona Virus in cui non si può correre o quasi. Qual era l’obiettivo che vi ha portato a correre ? Qual è il vero vostro obiettivo (sportivo) oggi? Cosa può farvi stare bene ?
Concentratevi su questo. Oggi mantenere l’attività fisica, fare esercizi per miglioramento della forza, del core, fare delle scale per lavoro aerobico o ammazzarvi di rulli o correre su tapis roulant sgangherati, vi potrà aiutare a conservare un benessere psicofisico e a non ripartire quasi da zero quando si potrà correre di nuovo. Questa è l’oggettività dei fatti, ma a voi cosa muove? Il vostro reale obiettivo attuale si sposa con questo?
Se pensiamo solo alle gare, la risposta potrebbe essere comunque sì, perché dedicare del tempo a queste attività non potrà che farvi bene. Però non è abbastanza forte. Dovete, dobbiamo staccarci dalle gare. Pensare di più a noi e scegliere cosa ci fa stare bene. Allo stesso tempo non abbandonarci alla depressione e mollare tutto, ricordando quale fu il primo motore che ci portò a correre.
Partiamo da lì, partiamo dallo sport come parte di uno stile di vita e non un altro obiettivo da inseguire per dimostrare qualcosa a qualcuno. Cerchiamo la motivazione dentro di noi, lasciamo perdere le gare, non ci sono, non possono esserci. Riscopriamo il puro divertimento, quello che possiamo fare nella realtà attuale.
Non pensiamo a quello che non possiamo fare, ma pensiamo a tutto quello che possiamo fare. Troppo spesso si pensa a quello che non si ha più che a quello che si ha. Le possibilità sono infinite. Non disperiamoci se non troviamo un tapis roulant nemmeno nel mercato nero e non lamentiamoci se ce l’abbiamo e possiamo correre solo lì.
Non fissiamoci che l’obiettivo possa essere uno solo. Vero l’emozione di un traguardo ha pochi eguali, ma questo non significa rinunciare a tutto il resto che possiamo regalarci. Anche in piccoli spazi e rispettando le regole.
Simone
#Runner451 #Runnerconsapevoliefelici
Simone Cellini
Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico
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