abitudine

L’ABITUDINE UN’AMICA NEMICA

L’ABITUDINE

L’abitudine, una parola che utilizziamo spesso, a volte per giustificare un comportamento, altre per perorare una causa, altre ancora per creare dei postulati personali.
Vediamo la definizione (Dizionario Garzanti) velocemente prima che qualcuno clicchi sulla parola allenamenti qui nel menù a destra, o si addormenti
1. inclinazione, tendenza acquisita con la ripetizione degli stessi atti o comportamenti; consuetudine [+ di, a]: avere, prendere delle cattive abitudini; conservare le proprie abitudini; dorme poco per abitudine; ha l’abitudine di alzarsi presto, a fare il pisolino dopo pranzo
2. (ant.) disposizione stabile, attitudine: abitudine del peccato
L’abitudine è un’amica. Per quanto sia una “tendenza acquisita” spesso sembra una cosa innata. Non a caso da bambini e da molto anziani cambiare le abitudini diventa più difficile e rende l’essere umano capriccioso. Gli orari dei pasti, del sonno, i programmi televisivi, cosa mangiare e cosa no. In effetti l’abitudine è un’amica, un luogo dove ripararsi dagli imprevisti, che non vogliamo nella vita. Da bambini si fatica a capire che possano esistere gli imprevisti, perchè c’è chi pensa a governarci la vita. Da molto anziani (credo) si è anche stanchi nel voler accettare gli imprevisti, ma forse vengono meno quei filtri per cui, a qualsiasi età, non esplicitiamo a chiare lettere che vorremmo essere sempre cullati dal dolce ritmar della consuetudine.
Nella definizione del dizionario si parla anche di attitudine, non sono nessuno per smentire il Garzanti, anzi me ne guardo bene, però sollevo il dubbio che l’attitudine sia “essere portati a” e in questo caso l’abitudine è proprio ciò che ci pone limiti e non ci permette di capire fino in fondo se siamo portati per qualcosa, sempre che sia vero che esista questa cosa “dell’essere portati”.
L’abitudine, dicevo, ci culla. Però spesso ci condanna. Da subito. Perchè l’abitudine ci mette delle etichette e ci porta a pensare sempre allo stesso modo. A scuola il bambino vivace e bollato come indisciplinato, difficilmente potrà un giorno, negli anni, far cambiare opinione su di sè. Perchè spesso continua ad interpretare il ruolo che gli hanno dato, del discolo, ma allo stesso tempo chi giudica continua a vederlo con gli stessi occhi anche se fa lo sforzo di cambiare. Non è cattiveria, ne incapacità, è abitudine, e superare l’abitudine è complicato.
L’abitudine a non rispettare certe regole crea accettazione, crea quelle situazioni del “abbiamo sempre fatto così“. Senza parlare dei luoghi di lavoro, delle aziende, dove ciò che toglie efficienza, che non fa stare bene le persone o i clienti (pensiamo a chi fornisce servizi, pubblico o privato che sia), è figlio dell’abitudine e della difficoltà e pigrizia a cambiare. Anche perchè lo sappiamo l’abitudine è la casa della zona di comfort ed uscirne costa fatica e spesso la motivazione a farlo è difficile trovarla, perchè in fondo non lo fa quasi nessuno e ancor meno persone ce lo chiedono.
Eppure proprio per questo si dovrebbe fare, per fare la differenza, per continuare ad evolverci. Non è possibile che i cambiamenti avvengano sempre dopo forti stati di crisi o drammi. Si dice spesso “ci deve scappare il morto per prendere provvedimenti” ed in effetti è così, perchè in realtà c’è qualcuno che magari ci aveva provato, aveva alzato la mano segnalando il problema o il disagio, ma se è vero che l’unione fa la forza, è vero anche il contrario.
Ok ma cosa c’entra con la corsa ?
C’entra eccome. Perchè spesso nella corsa non miglioriamo (e non parlo solo di tempi, ma parlo di goderci al massimo lo sport) perchè pensiamo di non essere portati per qualcosa, che non possiamo fare certi tipi di allenamenti perchè non ci troviamo bene e ci abituiamo a ripetere le stesse cose. Fatichiamo ad inserire allenamenti diversi dalla corsa (funzionali, da campo, ecc…) a fare cose diverse, a staccarci dal programma che quella volta ci ha fatto fare il primato o che magari è stato imparato anni fa e viene ripetute, senza saperne bene il motivo. Non tutti, ma molti preferiscono non sperimentarsi. Perchè chi lo fa poi dimostra spesso che dire alla nostra amica abitudine di lasciarci stare porta giovamento, comunque vada, perchè se va male, almeno abbiamo imparato qualcosa.
Sin da ragazzini ci bollano, non investono se non dimostri subito capacità e questo ci preclude tante cose da adulti. Sì la corsa è solo un hobby, ma probabilmente una cosa molto importante per noi. Certo i cambiamenti devono essere graduali, più volte mi avrete “sentito” scrivere di non stravolgere “le proprie abitudini alimentari”, più volte nel Manuale D.O.C. l’ho scritto. Perchè il cordone ombellicale si taglia, ma ciò non significa che bisogna buttarsi nel vuoto.
Tutto questo per dire, proviamoci. Cambiamo piccole cose ogni giorno, sperimentiamo, non tradiamo l’amica abitudine, ma spieghiamogli che vogliamo provare anche altro, per poi magari farglielo conoscere ed abituarci, per un po’, a qualcosa di nuovo, in una continua ricerca che ci mantenga vivi.
Simone
Runner451

Le testimonianze di chi ha partecipato

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Siamo una Società giovane, composta da persone motivate ed energiche che stanno amalgamandosi in squadra. Per facilitare e renderci consapevoli in questo processo, sentivamo la necessità di sperimentarci in un contesto diverso dalla quotidianità. E la giornata di team building con Simone è stata fisicamente intensa, ma mentalmente rigenerante! Abbiamo colto alcuni aspetti chiave per la costruzione del team che sicuramente ci serviranno. W il lavoro di squadra e grazie Simone per il tuo supporto!

Leggi la giornata di formazione con il Team Karriere

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