#RUNNERCONSAPEVOLIEFELICI LA FILOSOFIA DI RUNNER 451

Runner consapevoli e felici

#RUNNERCONSAPEVOLIEFELICI

Da anni l’hashtag #Runnerconsapevoliefelici accompagna gli articoli, le storie, le avventure, gli eventi di Runner 451. Sin dai primi giorni di Runner 451, agosto 2014, la filosofia di Runner 451 è stata questa. Nato come blog per aiutare i “nuovi Runner” a non commettere i classici errori da principianti, nel suo diventare portale di servizi per la corsa, con allenamenti, campus, articoli ecc… il filo conduttore che ha abbracciato la storia di Runner 451 è sempre stato il desiderio di fare divulgazione sulla corsa semplice, comprensibile, che desse gli strumenti a chi ama correre per godere al meglio del proprio sport. Questo ha voluto dire anche non accettare alcuni compromessi, a volte anche rinuncia a situazioni economiche favorevoli, consapevoli che lavorare in un certo modo ripaghi sul lungo periodo.

Ma cosa significa Runner Consapevoli e Felici ?

Scegliere di essere un runner consapevole e felice ripaga, ma non è sempre semplice. La premessa che la corsa stessa dovrebbe rendere felici. Difficile essere felici, ma ho sempre creduto che se qualcuno decide di impegnarsi in qualcosa lo debba fare  seriamente motivato e debba ritrovarci almeno uno spicchio di felicità. Il tempo che abbiamo non è molto, ne nella giornata, ne in tutta la nostra vita. Le responsabilità assorbono già molto del nostro tempo, quello che resta da dedicare alle nostre passioni è poco, va utilizzato al meglio. Dicevo la corsa in sè dovrebbe essere scelta perché dà felicità, ma c’è un modo per godersela ancora meglio: valorizzarla al massimo. Da dove passa questa valorizzazione? Dalla consapevolezza.

Che cosa significa consapevolezza? Significa fondamentalmente due cose:

  1. Avere tutti gli strumenti per correre al meglio: sapere come allenarsi al meglio, come gestirsi come runner, le regole della corsa, i materiali e tanto altro per commettere meno errori possibili oppure per prendersi dei rischi, sbagliando, ma consapevolmente. La corsa è anche libertà, tutti gli sport “in solitaria” sono libertà, il che non significa per forza esco fuori e vedo che succede, ma significa magari “sto per fare una cazzata”, però almeno lo so.
  2. Rendersi conto quando la propria consapevolezza ha dei limiti e affidarsi a chi può aiutarti. La cosa bella è che più si impara, più si conoscono cose, più i nostri limiti diventano concreti, solidi, capiamo dove possiamo arrivare da soli e dove no. Più la nostra vista diventa chiara, più saliamo sulla torre della consapevolezza, più vediamo chiaramente dove sono le nostre mura. Nessuno di noi può sentirsi arrivato, smettere di imparare e un po’ rinunciare ad un pezzo del vivere.

Ogni tanto si sente dire “beata ignoranza”, che è una cosa che mi fa inorridire. Vero è che a volte la scoperta, l’acquisizione di informazioni nuovi inizialmente destruttura,  mette sconforto, ci mostra palesemente i nostri errori e i nostri limiti. Ma è solo il primo step, dopo inizia il sapore della conquista, del vedere il miglioramento graduale su noi stessi, la crescita.

A proposito di questo mi viene in mente un esempio semplice. Mi capita spesso con persone che alleno per la corsa di dover cambiare le loro abitudini riducendo tanti lavori di qualità e inserendo molti lavori a ritmi più tranquilli, fondo lento, progressivo ecc… ovviamente la prima reazione è quella della paura di non migliorare, proprio perché il runner spesso è convinto si debba ammazzare di ripetute per avere tempi più veloce, eppure chi accetta, andando contro alle proprie convinzioni, nel tempo trova giovamento e compie un passo importante nella consapevolezza.

Sono tanti gli aspetti e i dettagli da curare per ogni tipo di avventura che si voglia intraprendere nella vita,anche nella corsa. Spesso questi aspetti sono connessi tra loro e serve una “visuale elicottero” per decifrarli e padroneggiarli. Più si acquisisce consapevolezza, più diventa facile padroneggiarne alcuni, ma più ovviamente crescono le domande che ci si fa, perché la prospettiva diventa sempre più ampia.

Consapevolezza non si fa al “virtual bar”

Premessa: adoro parlare di corsa e la possibilità che oggi ci danno i social di confronto è unica. Diventa però complicato avere informazioni precise quando si butta una domanda sulla bacheca virtuale e tutti rispondono. La maggior parte delle risposte, senza farne una colpa, derivano da sentito dire o ancora di più da esperienza personale. Per quanto ci siano delle regole generali c’è una questione di personalizzazione nelle risposte che non si può non considerare. Il problema spesso non è nelle risposte sbagliate, ma nella domanda sbagliata.

Un paio di esempi

“Ho corso 10 km a 170 bpm medi va bene come allenamento?” 

Ovviamente la domanda non ha senso, o almeno prevede non una risposta ma tantissime altre domande tra cui:

  • Qual è la tua frequenza cardiaca massima? La frequenza alla soglia?
  • Che tipo di allenamento dovevi fare? E nel caso perché proprio quella seduta, in che fase di preparazione sei?
  • Solitamente come ti alleni? Quanto?
  • La rilevazione come è stata fatta?
  • I 170 bpm sono costanti o sono una media dove hai iniziato a 150 e finito a 190?
  • Che momento della giornata era?

E tante altre…

Oppure, un classico

“Da mesi non riesco a migliorare i tempi, anzi ultimamente peggioro, cosa posso fare?”

Qui solitamente si scatenano le risposte non solo “fai delle ripetute” ma anche fai “2 volte 2 km poi fai 6 volte 600 metri poi 3 giri su te stesso e toccati il naso…”. Chi mastica un po’ di corsa, potrebbe  pensare subito che il runner  ha sempre l’acceleratore spinto, che gareggia spesso, che non si dà mai tregua, non seguendo periodizzazione dell’allenamento. Eppure anche in questo caso andrebbe fatta un’anamnesi completa, capire come si sta allenando, se è successo qualcosa nell’alimentazione, se è un momento stressante della vita, se la corsa stessa è diventato uno stress o se è ancora divertimento e tanto altro.

Quindi bene a confrontarsi, ma non cercate le risposte con un post, costruite la vostra consapevolezza e con una lettura critica, che non significa fare polemica, ma avere una mente aperta e chiedersi i giusti perchè.

Il runner consapevole non si cura con internet

Premessa: mi capita di sentire persone competenti del settore demonizzare i contenuti del web, quando poi anche loro pubblicano sul www oppure scrivono sulla carta stampata. La validità di un contenuto non lo fa il mezzo, ma il contenuto stesso. Sembra che chi scriva in modo “tradizionale” sia beneficiato di santità, eppure anche sulla carta si leggono tante castronerie.

Sul web si trovano tante fonti valide, anzi grazie al web si può accedere facilmente a pubblicazioni scientifiche non solo italiane, che 20 anni fa era difficile reperire.

Non curarsi su internet significa un’altra cosa: non fare autodiagnosi, perché spesso confermano quello che pensate di avere o altre volte che state per morire, dal semplice dolore di un dito.

Questo perchè?

Perchè la ricerca che andate a fare su Google ha diversi errori:

  • Non fare un’anamnesi completa vi porta a cercare il dolore che sentite, ma spesso un dolore ha causa in un’altra parte del corpo.
  • Spesso la vostra ricerca include già il tipo di infortunio perché avete sentito dire che potrebbe essere quello, Google non può che confermarvelo.
  • I primi risultati restituiti dal motore di ricerca sono influenzati da ciò che cercate di solito e dai siti web più cliccati, quindi il cerchio si stringe e più ricercate più vi conferma la vostra diagnosi.

Il consiglio è di rivolgersi sempre a medici, meglio se già con esperienza nello sport e nel running, a volte basta anche il fisioterapista. Meglio anticipare una visita che posticiparla, vi farà risparmiare tempo e denaro.

#Runnerconsapevoliefelici

Ho visto usare l’hashtag coniato da Runner 451 (le parole poi sono di tutti) in post che poco c’entravano, ma va bene. L’importante è la voglia di imparare, di essere un runner molto consapevole e sempre più felice. Runner 451 è qui per aiutarvi ad esserlo. Continuiamo questo fantastico viaggio insieme.

Simone

#Runner451 #Runnerconsapevoliefelici

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

#Runner451 #Runnerconsapevoliefelici