PERCHE’ QUANDO CHIAMANO OGNI CORSETTA MARATONA CI INCAZZIAMO
Non sono tutte Maratone
A chi corre è capitato almeno una decine di volte, che qualcuno che non conosce bene i meccanismi della corsa gli dicesse:”domenica che maratona corri?” oppure “sai che nel mio paese fanno una maratona di 7 km?” oppure ancora “ho corso anche io una maratona qualche anno fa, mi pare fosse di 10 km…”.
Il runner, che tra i praticanti di sport è forse quello più mansueto, che vive la parte agonistica, mediamente, con meno cattiveria e più con il sorriso sulle labbra rispetto a ciclisti, calciatori, cestisti ecc…in questo caso, nel migliore dei casi, diventa verde, si gonfia, gli compaiono le bolle.
“Quindi tu hai corso una maratona, e ti sei preparato? No…ah ma allora sono scemo io che ho fatto 500 km negli ultimi 3 mesi, che zoppico quando mi alzo, che mangio come un fringuello, che vado a letto presto, che dico di no ad un bicchiere di vino in più per prepararmi e correrla?” Ma l’ignaro (lo chiameremo così) non capisce e insiste “No ma la mia Maratona non è così lunga”. Ecco, caro ignaro quella non è una maratona, è una gara podistica non competitiva, una “tapasciata”, una “sgambata”, una festa, una passeggiata veloce, una corsa, un ritrovo per gente i pantaloncini, un rave party del benessere, un’orgia di invasati, ma non è una Maratona. Merita rispetto, perché chi fa sport, chi segue un passione, merita sempre rispetto, ma non è una maratona!
Restiamo calmi
Non ce l’ho con l’ignaro. Non è cattivo. Non sa di non sapere. Ma il runner, che può sopportare tante cose, questa cosa non l’accetta. Non l’accetta chi ha corso una maratona (o più) perché ha imparato cosa significa prepararla e correrla. Non l’accetta nemmeno chi ancora non l’ha corsa, ma la sogna, perché sa che significato ha raggiungere quel traguardo, dopo 42,195 km. Perché il sogno di farla è un motore che muove tutta la passione per la corsa, ad ogni traguardo, il runner non ancora maratoneta, alza le braccia, ma non le alza ancora così tanto come farà quando taglierà “il traguardo” della Maratona.
Però restiamo calmi. Non serve arrabbiarsi, aiutiamo gli ignari ad apprezzare, a capire. Soprattutto quegli ignari che dopo aver detto “anni fa ho corso una maratona di 6 km” aggiungono “ma la corsa proprio non mi piace, che senso ha correre senza avere una palla”.
Vero che senso ha?
Ecco partiamo dal significato. Da uno sport che ti permette di misurarti con te stesso, di sentire che si cresce, si migliora, uno sport individuale, che ti permette di essere presente nelle maggiori competizioni nazionali ed internazionali senza essere convocato (cit. Manuale D.O.C.), ma anche uno dei maggiori sport di gruppo che esiste. Chi corre fa gruppo naturalmente, senza essere costretto da una squadra, lo fa in modo naturale e spontaneo. Che senso ha fare uno sport che ti fa stare bene, ti fa viaggiare, ti permette di allenarti quando ti è possibile, ti emoziona, ti regala nuovi amici, esperienze sempre diverse? Tutto il senso del mondo.
E’ una questione di riconoscimento e di rispetto
Sì il problema che ci arrabbiamo è legato al riconoscimento e rispetto. Prima di tutto rispetto verso la corsa. Quando sentiamo dire “anche io ho fatto una maratona” è come se dopo una partitella con amici contro il muro dicessimo “anche io ho giocato i preliminari di Champions” oppure vincendo al minigolf di Milano Marittima, dico “sono campione dell’Open Championship”. No, non si fa. Ci colpisce nel vivo. Rispetto verso la corsa e anche rispetto verso gli sforzi, le energie, ma anche l’entusiasmo e l’emozione che ci mettiamo. La corsa, madre di tutti gli sport (qual è lo sport dove non si corre, almeno nella preparazione?) deve essere rispettata.
Raccontate la storia di Filippide
Raccontate perché il nome Maratona nasca dalla città di Maratona e da dove Filippide partì, percorrendo circa 40 km, per arrivare all’Acropoli di Atene per annunciare la vittoria sui Persiani e di come poi la distanza cambiò diverse volte fino alle Olimpiadi di Parigi (anche se i 42,195 km si sono visti la prima volta nelle Olimpiadi di Londra del 1908 dove alle 26 miglia originarie furono aggiunti dei metri per farla terminare davanti al Palco Reale nello stadio Olimpico).
Raccontate, con tutta le pedatenteria di cui disponete, che significato abbia la Maratona km per km e quanto quell’ultimo km di gara sia inimitabile e meraviglioso.
Caro ignaro noi non ce l’abbiamo con te, non ce l’abbiamo con nessuno. A noi piace correre, amiamo la corsa e per questo ti chiediamo solo di trattarla con rispetto e cura e se non ti piace, non c’è problema, faremo dei km anche per te.
Simone
Runner 451
Simone Cellini
Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico
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