LA RIBELLIONE DELLA CORSA: CORRERE PER OBIETTIVI E SFIDE FA BENE?

correre per obiettivi

Correre ponendosi obiettivi e sfide

Anche lo stato democratico  del running ha le sue correnti di pensiero, i suoi movimenti, le sue istituzioni. Tra le varie correnti possiamo ricordare:
  • Più km faccio più mi piace
  • Più km faccio, più lo dico e più mi piace
  • Mi piace solo se è veloce
  • Corro piano perché mi piace così
  • Corro piano perché vado piano e dico che mi piace così
  • Corro per dimagrire
  • Corro per stare bene
  • Corro piano e dico che corro per stare bene
  • Corro e basta
  • Un piede davanti l’altro, non importa come
  • Corro, ma starò facendo bene?
  • Corro, ma non corro bene, devo far qualcosa
  • Corro, ma non corro bene, di chi è la colpa? Scarpe, meteo, infortuni, Saturno contro?
  • Altri /non sa / non risponde
Nessuno si offenda, io più o meno credo di aver incarnato in 16 anni di running un po’ tutte queste categorie, anche più insieme, fa parte del gioco e rende uno degli sport più democratici del mondo ancora più divertente.
Democratico perché è facilmente accessibile da tutti, è economico rispetto a tanti altri sport di endurance, lo puoi praticare dove vuoi, puoi accedere a grandi manifestazioni internazionali senza attendere convocazioni (cit. Manuale D.O.C. Deviato Ottusamente per la Corsa) ecc… ma assolutamente non democratico (e giustamente), come del resto nessun altro sport, nelle regole. Regole non solo di partecipazione ad una gara, ma le regole di accessibilità allo sport, come l’idoneità, la necessità di allenarsi, regole di approccio graduale e di costanza.
Lo sport in questo è crudele e spietato: o lo rispetti o non ti vuole.

La società che ci induce a ragionare per obiettivi

Per i motivi di cui sopra e per quello che vedremo tra poco c’è da chiedersi se chi corre senza veri obiettivi stia facendo bene o meno. Ben chiaro ognuno faccia ciò che vuole. Il fatto è che a volte, spesso, chi dichiara di non avere obiettivi sembra affermarlo con un atteggiamento di superiorità, come se quel “non essere schiavo” di voler far sempre meglio significhi essere migliori, un affrancamento da una logica di “rincorsa a fare sempre di più” che governa quasi tutta la nostra vita e per questo non deve governare le nostre passioni.
Quante volte anche io mi sono ritrovato a cadere in questa tentazione. Eppure…
…eppure ho capito che non è così. Sì è vero, senza andare a disturbare grandi pensatori del ‘900, la nostra società corre e ci fa correre come dei criceti. Ma non è assolutamente la stessa cosa nella corsa. Nella corsa darsi degli obiettivi, provare a fare sempre meglio è salutare è nella natura stessa dello sport, è nella natura stessa dell’uomo. Senza che la passione diventi ossessione, la rincorsa a migliorarsi credo sia la chiave giusta e credo che investi il 99% dei runner, anche quelli che dicono di non farlo.

La natura dell’uomo è quella di superarsi

Non è la società che ci ha insegnato a sfidare i nostri limiti. L’uomo ha sempre avuto l’istinto di provare a fare meglio, di superare ciò che c’era già. Non pensate solo ai grandi uomini che hanno segnato record sportivi, grandi scoperte o l’uomo che è andato sulla Luna. 

Io penso ai bambini che provano a mettersi in piedi quando ancora non camminano, ai bambini che sognano grandi avventure, che nei loro giochi non simulano solo quello che fanno i grandi, ma sognano di compiere grandi imprese. Semmai la società crescendo ci insegna a non sognare più, perché non c’è tempo. Semmai la società (ma poi chi è la società se non noi, oppure scomodiamo Matrix?) non vorrebbe che noi avessimo sfide che ci distolgano dal “giusto cammino”. Noi runner però apriamo nuove strade e la corsa diventa atto di ribellione, ci riprendiamo il tempo dei sogni, creiamo le nostre sfide personali e proviamo a mettere sempre un piede più in là di prima. Quando chi non ha mai corso la maratona dice “non ho tempo di prepararla”, “non fa per me”, sta parlando la sua voce, ma non il suo cuore. Sta parlando la sua paura, i freni che ci hanno installato crescendo, ma non c’è nulla da temere, c’è solo da godere.

Ci hanno insegnato a non sognare più e noi li stiamo fregando con la corsa.

 
Simone
Runner 451

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

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