LA MAGICA SENSAZIONE DI ESSERE UN RUNNER E I DETRATTORI INCOMPRENSIBILI

allenamento 30 km

La magia della corsa

Molti di noi dopo poco che iniziano a correre, facciamo qualche prima garetta, oppure una Maratona, sentiamo quel frizzante desiderio di correre sempre di più. Navighiamo in rete, facciamo la collezione di volantini delle gare, ci ubriachiamo di possibili Mezze maratone, 10 km, gare a tappe, maratone, circuiti cittadini o naturalistici ecc… ci viene anche quella voglia di essere un po’ professionisti, scegliamo la scarpa migliore per noi, ma anche quella che ci fa sentire di spingere un po’ di più, magari le calze che fanno recuperare energia, l’abbigliamento che valorizza il corpo perché abbiamo perso qualche kg, guardiamo con attenzione quel pasticcino che avremo preso per il caffè e diciamo con soddisfazione di no, come a volte invece mangiamo con più gusto la tagliatella della domenica, giusto premio dell’allenamento di lungo della mattina.

Siamo amatori, ma non trattateci con sufficienza

Sì siamo amatori, ma ci sentiamo qualcosina in più. Per carità restiamo modesti, a volte troppo, abbassando gli occhi con un sorriso quando un collega runner ci fa i complimenti per il tempo o l’obiettivo raggiunto. Malediciamo ogni infortunio, perchè ci perdere la forma. Vorremmo avere anche noi un team a disposizione che ci rimette in piede dopo 3 giorni. Andiamo in crisi di astinenza, però non baratteremmo mai quel momento felice in cui rifacciamo finalmente un allenamento, seppur breve, in cui tutto torna a filare liscio. Quanto poi torniamo emozionati quando torniamo alla podistica domenicale e incontriamo gli amici di corsa, che ci accolgono con un sorriso. La felice sensazione di appartenere ad un gruppo sano, trasversale, che corre, letteralmente, lungo tutto il globo terrestre.

A volte si perde questo punto. A volte chi organizza una gara pensa che quello che conti siano altre cose, il pacco gara, il villaggio, i premi. Sì cose importanti che se non funzionano si sentono, ma se funzionano è normale. Ciò che conta è dare la possibilità di correre senza intoppi, di dare la possibilità ad ogni Runner di sentirsi protagonista, di sentirsi anche un po’ professionista, con la consapevolezza di non esserlo.

Chi confonde l’atletica con il running amatoriale

Oggi un altro aspetto che risalta è la condivisione sui social, ma nella maggior parte dei casi accade in modo sano, è solo un ampliamento del gruppo degli amici con cui corri la domenica. Esiste poi la democrazia, se voglio leggo il tuo post, altrimenti no. Non mi piace per niente invece la polemiche che leggo ultimamente sul fatto che non dovrebbero essere incoraggiati e complimentati i runner che “corrono male o non conseguono alte performance a livello di tempo”. Più volte ho letto che se uno corre a 5 min/km non gli deve essere detto bravo oppure che si fa il male del nostro sport perchè la maggior parte corre con una tecnica sbagliata. Ebbene sì, la maggior parte della gente corre male, con la tecnica non più efficiente. Noi operatori del settore, i giornalisti e i tecnici se credono in quello che fanno dovrebbero aiutare gli amici runner a migliorare, se lo desiderano, ma non li dovrebbero denigrare. Non è dicendo ad uno che fa una mezza maratona in 1h45′ che è una pippa che si migliorano le cose, ma non è che gli devi dire una bugia, è una bugia che sia una pippa. Nelle prossime righe vorrei dirvi perché:
  1. La gente come prima occupazione lavora, quando corre si vuole divertire. Ripeto dovrebbe cercare di farlo al meglio, ma non deve cercare di vincere le gare, a meno che la vittoria non sia per loro l’unica fonte di divertimento
  2. Diversi detrattori sono professionisti che guadagnano dal running e questo sport sta crescendo in maniera esponenziale proprio perchè tantissime persone ci si stanno avvicinando in cerca di serenità, di qualcosa che tolga i pensieri, di qualcosa che riempia la vita, a volte che gli dia addirittura un senso. Farò un paragone assurdo: io vivo in romagna, quando vedo un tedesco che mangia le tagliatelle tagliandole sto male, ma se il padrone del ristorante lo mandasse via perchè lo fa, come finirebbe il ristorante?
  3. In Italia l’educazione fisica nei giovani non è ben promossa: a scuola se ne fa poca e la stessa scuola non è così compatibile con lo sport, come in altre culture, basti pensare al sistema dei compiti, che in Finlandia è stato tolto con ottimi risultati sul rendimento degli studenti stessi. Molti che corrono quindi non hanno una formazione e spesso iniziano dopo anni e anni di sedentarietà
  4. Prendiamo un uomo o una donna che a 40 anni dice: basta col divano, voglio iniziare a correre. Parte, a fatica, “butta sangue” e dopo un mese corre 30 minuti di fila, 5 km scarsi. Si guarda allo specchio con soddisfazione. Ma dico è  una pippa o un eroe?
  5. Di Vittorio Sgarbi c’è ne uno (e direi che basta), non è che facendo i bastian contrari si ottiene il successo.
La magica sensazione di essere un runner è quel piacere di fare fatica, di sentirsi parte di un gruppo di milioni di persone, di migliorarsi, ma anche no, di sentirsi come gli altri in calzoncini, anche se arrivi 2h dopo. Perchè non è il tempo che fa un runner, ma è la gioia di esserlo, alla faccia di chi non ci vuole.
Simone
Runner 451

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

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