Caro Marcell saremo sempre al tuo fianco, nonostante siamo italiani

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Sì Marcell, noi abbiamo un debito con te

Facciamo un gioco, torniamo all’estate 2021 a poco prima delle Olimpiadi di Tokyo, quelle del 2020 corse nel 2021. Ad una magica estate italiana in cui abbiamo vinto in quasi tutte le discipline, in un anno assurdo e sospeso dalla pandemia. Sempre continuando a giocare, facciamo finta di incontrare un uomo venuto dal futuro, dal 2022, un anno, un viaggio corto che ci dice che l’Italia avrebbe vinto a breve l’oro nei 100 metri e nella 4×100 alle Olimpiadi. Lo avremmo trattato come un Mago Otelma qualsiasi, siate sinceri.

Eppure è andata proprio così. Avremmo firmato per un velocista italiano in finale e invece abbiamo messo tutti in fila, anzi caro Lamont Marcell Jacobs, tu li hai messi tutti alle tue spalle.

Per me questa cosa qui basta per dirti che hai la mia gratitudine, supporto fino a quando correrai l’ultimo metro, ma purtroppo il nostro Paese è strano.

I campioni in Italia

I campioni sono sempre stati divisivi, siamo campioni di salita sul carro in corsa e discesa veloce. Il problema che quando scendiamo, non è che abbondiamo la nave e basta, ma facciamo finta di non essere mai stati sopra a quel carro, muovendo critiche, sibilando dubbi.

Da Tomba, Montano arrivando a Valentino Rossi, in Italia chi vince non è sempre amato e appena non vince più, i professori nascono come funghi in autunno.

Un passo indietro

L’altro giorno quando ho notato che il tuo profilo non aveva più post devo dire che mi ero spaventato. Poi ho letto il tuo messaggio. Diciamocelo una vera e sincera richiesta di aiuto. Per alcuni un atto di debolezza, per altri una ruffianata? Non credo sia così.

Quando dici, riferendoti alla prestazione non di livello di Parigi del 9 giugno “E immancabili sono arrivate le critiche, gli attacchi, le prese in giro di chi non sa e nemmeno immagina quanto possa essere complicata la vita di un atleta professionista. In un attimo tutti i risultati raggiunti sembrava non valessero più niente.” Mi trovi d’accordo, troppa gente crede che sia facile arrivare e ancora più facile confermarsi, che in fondo sia solo culo. E mi trovi ancora più d’accordo quando scrivi “E mi dispiace molto, perché sarebbe bello se in momenti così complicati potessi essere sostenuto. Ma non voglio lasciarmi condizionare da tutto questo e prendere decisioni che non sono quelle giuste per me”. Sarebbe facile dirti: “hai voluto la bicicletta? Pedala”. Oppure sottolinearti chele critiche sono il lato buio del successo. Ma ad oggi la bilancia pesa dalla tua parte, ci hai regalato qualcosa che non sarà mai ripagata abbastanza.

Mi trovi invece in disaccordo nel sottolineare che sei umano, non perché tu non lo sia (sì ammetto che il dubbio poteva venire), ma perché noi lo sappiamo. Chi ti critica lo sa che sei umano, altrimenti non si divertirebbe a parlar male. Non si vede l’ora di attaccare un essere umano.

Non serve chiedere aiuto

Non hai bisogno di chiedere aiuto, c’è già chi ti sostiene e, ti dirò, fregatene di chi non lo fa. Non si può piacere a tutti. Non certo a quegli italioti che erano contenti del tuo secondo posto dietro Samuele Ceccarelli (a proposito io tifo anche per te Samuele, ci mancherebbe), perché tu sei un po’ “troppo scuro” per essere italiano. Ma non piacere a quelli penso possa essere un onore.

Forse caro Lamont Marcell Jacobs devi ricordarti tu di essere umano, come dici bene, e in questo davvero scegliere solo per il tuo bene, senza obblighi. Per far funzionare una macchina al limite, bisogna spingerla oltre il limite e le macchine più veloci sono spesso molto delicate. Se poi sono umane non ne parliamo.

Noi ti aspettiamo, tifiamo per te e comunque vada, grazie.

Simone Cellini

Creatore di Runner 451, allenatore running, laureato in Scienze motorie, laureato magistrale in scienze politiche – sociologia, Master EMBA, preparatore atletico

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